Quando il capriccio diventa un diritto!

Quando il capriccio diventa un diritto!

 

Adesso le coppie gay non si accontentano più di manipolare la natura per avere figli in provetta. No, non basta. Ora pretendono pure che la natura assecondipure il loro desiderio circa il sesso dei figli da produrre. Maschietti o femminucce, a piacimento. La notizia arriva, come al solito dalla Gran Bretagna.

Barrie e Tony Drewitt-Barlow, la prima coppia ad essere ricorsa nel 1999 alla barbara pratica dell’utero in affitto nel Regno Unito, ora vogliono aggiungere altri tre figli ai quattro che già si sono procurati attraverso denaro e sfruttamento del corpo femminile. C’è però una particolarità questa volta. I due maschietti vogliono ora che i tre nuovi acquisti siano delle bambine. Sì, avete capito bene, vogliono tre gemelline. In Inghilterra la pratica è vietata – non si può ricorrere alla procreazione artificiale selettiva – quindi la coppia è dovuta volare Oltreoceano, in California in particolare, nel Far West della bioetica, dove quasi tutto è ormai consentito. Basta avere un bel pacco di dollari. Hanno già selezionato e acquistato gli ovociti – da una bellissima modella brasiliana ovviamente – per la modica cifra di 50.000 sterline. Circa 60.000 euro. Poi dovranno trovare una donna che affitti il proprio utero, ma lì potrebbero risparmiare se sfruttano il corpo di una povera disgraziata del terzo mondo. In India c’è un traffico di schiave all’uopo destinate. Comunque, alla fine, provetta compresa, il costo dell’operazione si aggira sui soli 100-150 mila euro. Resta roba da ricchi.

Le motivazioni che hanno indotti i due gay a decidersi per le tre sorelline sono semplicemente aberranti. Uso l’aggettivo aberrante con cognizione di causa, assumendomi ben volentieri il rischio di essere bollato “omofobo”. E spiego perché, attraverso le parole dello stesso Barrie Brewitt-Barlow, il quale ha precisato che l’intenzione di procurare il triplice concepimento gemellare è dovuta all’esigenza di «bilanciare» il sesso della già numerosa famiglia, e devono essere tre, perché il nostro Barrie comincia ad essere anzianotto e, quindi, come ha precisato, il suo «biological clock is ticking». Per questo ora vuole «another princess», un’altra principessa. O meglio, tre principesse. Agghiacciante, invece, la risposta che lo stesso Barrie ha dato a chi gli chiedeva perché volesse altri tre figli, dopo aver già speso tanti soldi per averne quattro. Eccola: «I feel like I need more babies because I’m selfish». Tradotto: «Sento di aver bisogno di più figli perché sono egoista». E ha aggiunto che sì, forse ha ragione chi ritiene patologico questa suo morboso desiderio di continuare ad avere figli («Some people say I’m addicted to having babies and, weirdly, I think they might be right»). Uno che desse una simile risposta sarebbe buttato fuori a pedate nel sedere da qualunque Tribunale dei Minori della nostra pur scalcagnata Italia. Ma si sa, il Regno Unito è molto più avanzato di noi, e rappresenta il paradiso del politically correct cui i nostri politicanti – Cirinnà e Fedeli in testa – ambiscono portare il retrogrado e bigotto popolo italiano.

Comunque, per la coppia Brewit-Barlow, l’idea che i desideri siano diritti non ha limiti. Nel 2013 i due hanno avuto la faccia di tolla di fare causa alla Chiesa inglese perché pretendevano di essere sposati religiosamente.

Oggi possiamo anche ridere di queste farneticazioni, ma non siamo certi di poterlo fare domani, quando tutta questa follia arriverà nel nostro Paese. E’ solo questione di tempo se non arrestiamo la pericolosa rivoluzione antropologica che una banda di politicanti cialtroni, deculturati, inetti e maldestri sta inconsapevolmente contribuendo ad attuare.

Fermiamoli, prima che sia troppo tardi!

 

Gianfranco Amato