La deriva di Forza Italia

Avviso ai cattolici del Family Day che intendono votare Forza Italia.

Oggi tutti, ma proprio tutti, gli attori di quella memorabile mobilitazione di popolo che ha visto gremire il Circo Massimo nel gennaio del 2016, si stanno battendo come gladiatori per l’ultima delle tappe annunciate dalla rivoluzione antropologica che sta devastando il nostro Paese. Sto parlando del cosiddetto “testamento biologico” all’ordine del giorno nell’agenda politica. Quello che si scrive «Dichiarazioni Anticipate di Trattamento» ma si legge “eutanasia all’italiana”.

Non entro, in questa sede, nel merito di questa barbarie giuridica, e rinvio a quanto da me già detto, o a quando continua ad essere perfettamente detto da tutti, ma proprio tutti, gli attori del Family Day 2016.

Quello che, invece, in questa sede mi preme evidenziare è l’atteggiamento di un partito politico – Forza Italia – che ha la pretesa di chiedere i voti del popolo del Family Day.

Andrea Zambrano su “La Nuova Bussola Quotidiana” inquadra perfettamente la questione fin dal titolo del suo ottimo articolo: «Libertà di coscienza, peccato originale di Forza Italia». Spiega bene Zambrano che «Forza Italia è diventato un partito dalle continue spinte laiciste, tanto che i pochi cattolici rimasti vi stanno stretti, angustiati per la presenza massiccia di posizioni simil-radicali che in Forza Italia ci sono sempre state ma allo stato di latenza». Sì perché «oggi che il partito è sfilacciato e soltanto un pallido ricordo del movimento che consegnò a Berlusconi la vittoria alle elezioni, la libertà di coscienza è il tappo che impedisce al partito di essere protagonista sui temi sensibili: su biotestamento, cannabis libera, ma non solo, anche sull’utero in affitto e su altre tematiche decisive per la concezione dell’uomo, Forza Italia appare come assente dal dibattito».

Il vizio d’origine di Forza Italia risiede proprio nella libertà di coscienza sui cosiddetti “temi sensibili”. Si tratta di una libertà – come ricorda sempre Zambrano – che ormai ha finito per «relegate a questioni private, quando invece sono l’ossatura sul tipo di Stato che si vuole costruire e sull’idea di uomo che si vuole tutelare».

Il punto è che per un movimento politico che pretende di incarnare i valori del Family Day resta inconcepibile invocare la libertà di coscienza su temi come la vita, la famiglia, la droga o l’educazione.

Il punto è che Forza Italia non è più il partito dei tempi d’oro di Berlusconi, ossia di quando il Cavaliere era in auge e la presenza dei cattolici dentro il suo movimento era maggioritaria e determinante.

Oggi Forza Italia segna una pericolosa deriva liberal-laicista che non può non inquietare il popolo del Family Day.

Volete altri esempi? Basta leggere la nota presidenziale pubblicata sul sito web di Forza Italia che proclama ufficialmente quanto segue: «Quella per i diritti civili degli omosessuali è una battaglia che in un paese davvero moderno e democratico dovrebbe essere un impegno di tutti. Da liberale, ritengo che attraverso un confronto ampio e approfondito si possa raggiungere un traguardo ragionevole di giustizia e di civiltà». Firmato: Silvio Berlusconi.

Più di uno dei partecipanti al Family Day del Circo Massimo avrebbe qualcosa da ridire su questa dichiarazione, giacché è ormai noto che “diritti civili” significano matrimonio, adozione, utero in affitto, propaganda ed educazione omosessualista.

Non meraviglia questa virata gay-friendly del partito del Cavaliere se consideriamo che la deputata forzista, e attuale vicepresidente della Commissione Lavoro della Camera, Renata Polverini ha partecipato al Gay Pride di Roma proprio in rappresentanza di Forza Italia. Interessanti le parole che ha rilasciato in un’intervista resa mentre si trovava in quella particolare kermesse: «Abbiamo dimostrato, anche votando insieme ad altri colleghi di Forza Italia la legge sulle unioni civili, che la questione dei diritti non è un appannaggio della sinistra; oggi la mia presenza qui serve a confermare un impegno che continua; in un momento molto difficile dove anche i diritti tradizionali, le nostre abitudini, la nostra cultura vengono messe in discussione, io penso che, a maggior ragione, bisogna sostenere chi quei diritti fa fatica a conquistarli».

Anche queste parole farebbero arcuare le sopracciglia a più di un manifestante del Circo Massimo.

Ancora più triste appare invece ascoltare Francesca Pascale, la “compagna” di Silvio Berlusconi, nel momento della sua iscrizione all’Arcigay. Indossando la T-shirt arcobaleno e con un piglio che più gay-friendly non si può, Francesca ha spiegato ai giornalisti di aver avuto la piena benedizione del Cavaliere, precisando che «Berlusconi è stato sempre convinto, perché Forza Italia è stato sempre un partito liberale, quindi in quanto liberale ha sempre creduto nella libertà di ogni individuo a prescindere dalle differenze». Stendiamo un velo pietoso, poi, sulla cena tra Luxuria e Berlusconi ad Arcore, e su quanto riferito dall’ex parlamentare transgender di Rifondazione Comunista dopo l’incontro: «Io parlavo, Silvio prendeva appunti».

Su simili dichiarazioni sarebbe meglio non sentire nessuno dei partecipanti al Family Day: i toni delle reazioni rischierebbero di apparire irriferibili.

Vogliamo concludere ricordando che la Regione Umbria ha votato la legge liberticida sull’omotransfobia con l’astensione di Forza Italia?

L’epilogo inglorioso di quello che fu un grande partito come Forza Italia, da un lato fa pena e intristisce il cuore, da un altro lato inquieta, se si pensa all’ipotesi di un futuro “Patto del Nazareno”, magari rinnovato grazie agli uffici del massone Denis Verdini. Un accordo PD-Forza Italia avrebbe effetti deflagranti sotto il profilo squisitamente antropologico.

Ma concludiamo con un sorriso sulla bocca.

A regalarcelo, questa volta, è Carlo Giovanardi cui va tributato l’onore di aver combattuto una buona battaglia contro tutto e contro tutti. E che, comunque, resta sempre un amico.

Ebbene, è stato proprio Giovanardi a liquidare la svolta gay-friendly del partito di Berlusconi con un’insuperabile battuta al vetriolo: «Forza Italia? E’ finita dal Family Day all’Arcigay». Caustica, sferzante, laconica ma molto efficace.