Ciao Aldo!

Ciao Aldo!

«I miei pensieri non sono i vostri pensieri, le mie vie non sono le vostre vie», dice il Signore.

Non appaiono mai così vere queste parole, quando capita che una persona a noi cara lasci l’esistenza terrena. Senza la prospettiva della fede la morte sarebbe la cosa più atroce, crudele e ingiusta che si possa immaginare.

Ma la nostra immaginazione non è quella del Padre Eterno. I nostri pensieri non sono i Suoi pensieri. Le nostre vie non sono le Sue vie.

Solo questa consapevolezza, solo la certezza di un Mistero buono che opera nella vita degli uomini, solo l’affidamento totale all’Amore infinito di Dio, può dare un significato all’improvvisa e dolorosa scomparsa di un nostro caro e fraterno amico: Aldo Caserini.

Chi non lo ha conosciuto sappia che Aldo è stato padre di quattro figli e nonno di cinque nipoti (uno è in arrivo), un uomo che ha amato la vita, la buona tavola, il buon vino, la buona musica, e soprattutto il buon Dio.

Aldo, nella sua militante passione in difesa della vita e della famiglia, ha percorso tutte le tappe dell’esperienza di un vero combattente per la Verità. Il suo “cursus honorum” non lascia dubbi: Sentinella in piedi, partecipante al Family Day, membro del Comitato locale “Difendiamo i Nostri Figli”, socio fondatore, militante e candidato a Varese del Popolo della Famiglia.

Aldo è stato un vero e proprio “sansepolcrista”, un combattente della prima ora.

Me lo ricordo quando mi seguiva, mettendo sempre a disposizione generosamente la sua capacità professionale fotografica, fin dai miei primi incontri sul disegno di legge “Scalfarotto” in materia di omofobia. Parliamo di quasi quattro anni fa.

La maggior parte dei video delle mie conferenze che si trovano in Rete è stata realizzata da Aldo in pieno spirito di servizio gratuito, disinteressato e generoso. Proprio come è stata tutta la sua esistenza. A lui si deve anche il determinante contributo tecnico per l’avvio della trasmissione televisiva “LiberaMente” che ancora tengo tutti i lunedì. Per effettuare le riprese veniva sempre a casa mia con largo anticipo, giusto per parlare, per informarsi, per discutere. Una sana curiosità lo spingeva ad interessarsi di tutto, a comprendere la realtà, ad avere gli elementi per esprimere un giudizio.

Aldo fu uno dei primi ad intuire, dopo l’esperienza del Circo Massimo, la necessità di un impegno politico capace di dare rappresentanza ad un popolo tradito. Ne parlammo a lungo, ed io rimanevo ogni volta stupito dall’incredibile lucidità e, soprattutto, dalla profonda fede di questo settantenne che riusciva a sprizzare energia, vitalità e passione, nonostante gli acciacchi fisici e la malattia che poi ha avuto il sopravvento.

Non era un parolaio ma un uomo d’azione. Così quando fu il momento non esitò un attimo nel dare la propria disponibilità a fondare il Circolo del Popolo della Famiglia di Varese, e poi a candidarsi nella lista elettorale presentata alle elezioni amministrative del 2016. Fino al giorno in cui ci ha lasciato ha lavorato all’organizzazione dei gazebo che il Popolo della Famiglia di Varese avrebbe dovuto installare all’indomani nella centrale Piazza Monte Grappa, per far conoscere alla cittadinanza il movimento.

Mi ha colpito, durante il suo funerale, ascoltare un passaggio dell’omelia del parroco in cui veniva ricordato proprio l’impegno politico di Aldo in difesa della famiglia nell’ultima fase della sua vita, quasi a coronamento di un’esistenza tutta intensamente vissuta al servizio degli altri e della Verità.

Con Aldo avevamo in comune anche l’incontro con don Giussani e l’amicizia maturata dentro l’esperienza del movimento di Comunione e Liberazione, che lui non ha mai vissuto in maniera acritica e settaria. Quando, durante le nostre conversazioni, mi rivelò le sue impressioni sul libro che ho scritto insieme a don Gabriele Mangiarotti, “Per l’Umano e per l’Eterno”, io compresi, ascoltandolo, che lui aveva capito tutto dell’esperienza di Comunione e Liberazione. Più di tanti sedicenti “autorevoli” esegeti del pensiero giussaniano che oggi pontificano a sproposito. Aldo era così, un uomo libero, senza retro pensieri, leale, schietto e sincero. Un nonno saggio sempre pronto a dare consigli e dispensare una parola buona per tutti. Anche per questo ci mancherà.

Aldo ora ha la grazia di poter contemplare da vicino il volto di Dio, di poter godere della luce gloriosa dell’Eterno, di poter sperimentare l’amore infinito dell’Altissimo.

Noi, quaggiù, abbiamo perso un fratello e un prezioso collaboratore, ma abbiamo acquistato un potente patrono e intercessore in cielo.

Aldo sarà molto più utile alla causa del Popolo della Famiglia lassù dove si trova adesso.

Vigilerà su di noi, ci assisterà, ci aiuterà e ci raccomanderà nelle sue preghiere al Signore.

Ora che può parlarGli guardandoLo negli occhi.

 

Gianfranco Amato