Al referendum del 12 giugno 2022 io dico SÌ

Il 12 giugno 2022 al referendum sul tema della giustizia voterò cinque SÌ.

Alcuni amici mi hanno chiesto di spiegare i motivi di questa mia personale decisione, e quindi proverò a sintetizzarli in poche battute, cercando di essere il più chiaro e il più semplice possibile.

Ecco quali sono le conseguenze pratiche di una vittoria dei rispetto ai singoli quesiti referendari.

  • Sulla incandidabilità dei politici condannati: se vincerà il , su eventuali divieti di ricoprire cariche tornerà a essere solo il giudice chiamato a decidere sul singolo caso, come è avvenuto fino al 2012, in modo da rendere certo il fatto cche l’azione delittuosa sia stata voluta e non sia avvenuta per fatti estranei alla volontà dell’imputato, e che incida realmente sulla sua moralità attuale. Basta ad un uso politico della giustizia!
  • Sulle misure cautelari, se vincerà il , l’obiettivo dei promotori è ridurre il rischio che vengano detenute persone che poi, al termine del processo o dei processi, risultino innocenti. Basta innocenti in carcere!
  • Sulla separazione delle funzioni dei magistrati: se vincerà il il magistrato dovrà scegliere all’inizio della carriera se vuole essere pubblico ministero o giudice. Basta alle porte girevoli tra PM e giudici!
  • Sui consigli giudiziari: se vincerà il SÌ, anche avvocati e docenti universitari parteciperanno attivamente alla valutazione dell’operato dei magistrati: finora ne sono stati esclusi. Basta a magistrati che giudicano altri magistrati!
  • Sulla elezione del Consiglio superiore della magistratura: se vincerà il verrà cancellata la norma che stabilisce che un magistrato per candidarsi al Csm debba presentare dalle 25 alle 50 firme a proprio sostegno; la conseguenza sarà che qualunque magistrato potrà candidarsi anche senza l’appoggio del suo sindacato o corrente politica. Basta con le correnti e con i giochi di potere in magistratura!

In realtà c’è anche un ultimo motivo che mi convince sulla bontà della mia scelta. Non riguarda tanto il merito giuridico dei quesiti, ma attiene piuttosto ad una questione epidermica e istintiva.

La ragione è semplice: Enrico Letta ha dichiarato di volere convintamente votare cinque NO. Senza peraltro spiegare il perché. Ecco, votare esattamente il contrario di quello che sostiene Letta rappresenta in re ipsa, e a prescindere da tutto, la migliore garanzia di non fare la scelta sbagliata. Buon voto!

 

 

 

 

Gianfranco Amato

Gianfranco Amato, avvocato, opera attivamente nel campo della bioetica da circa venticinque anni. È conferenziere a livello internazionale su tematiche bioetiche, riguardanti in particolare la famiglia, l’educazione, le dipendenze giovanili, e il diritto naturale. È stato nominato, in qualità di esperto, Direttore del Comitato Tecnico Scientifico dell’Osservatorio permanente sulle famiglie della Regione Siciliana, con decreto assessoriale n. 81 del 23.5.2023 È stato più volte audito, sempre in qualità di esperto, dal Parlamento italiano, sia al Senato che alla Camera dei Deputati, su proposte di legge attinenti alle tematiche di cui si occupa, in particolare in tema di libertà di opinione e di famiglia. È Presidente nazionale dell’organizzazione Giuristi per la Vita, un gruppo di avvocati, magistrati e docenti universitari che combattono a livello legale in difesa del diritto alla vita, della famiglia e della libertà di educazione. È noto anche in America Latina, soprattutto in Messico, Costa Rica e Cile, dove viene spesso invi- tato, in qualità di esperto internazionale, da istituzioni pubbliche a livello parlamentare, da Ordini Professionali, e da varie Università cui collabora a livello accademico. Ha scritto una quindicina di libri Ha ottenuto il premio “Testimoni 2014” dalla Fondazione Fides et Ratio, e il premio internazionale all’Impegno Sociale 2015 intitolato alla memoria dei giudici martiri Rosario Livatino, Antonino Saetta e Gaetano Costa.