I nuovi maccartisti della lobby gay

I nuovi maccartisti della lobby gay

E’ iniziata la caccia all’omofobo. Il bersaglio si è ora spostato sulla coraggiosa dottoressa Silvana De Mari.

Con la bava alla bocca le fameliche Erinni della lobby LGBT reclamano vendetta e provvedimenti esemplari. Sia radiata dall’Albo dei Medici, urlano furiose. Non è piaciuta in particolare l’ultima intervista rilasciata al quotidiano “La Stampa” dalla stessa De Mari, in cui la dottoressa ha dichiarato:

«I gay? Sono la nuova razza ariana. Vietato parlar male di loro, vietato criticare, vietato esprimere la propria opinione nei loro confronti. Loro vogliono l’omologazione, il pensiero unico».

Tutto l’universo mondo politicamente corretto si è prontamente schierato contro l’intrepida e risoluta Silvana. Non ha fatto eccezione lo stesso Ordine dei Medici di Torino. Il suo Presidente, dottor Guido Giustetto, evidentemente conscio delle conseguenze previste per i malcapitati che osano sfidare la dittatura del Pensiero Unico, anziché adottare una posizione garantista, si è subito adeguato alla linea del politically correct, scaricando bellamente la dottoressa De Mari. Questa, infatti, la sua pubblica affermazione:

«Personalmente quelle della dottoressa, che non conosco, le giudico come affermazioni che non corrispondono a ciò che oggi pensa la Medicina. Del resto lo riconosce anche lei, sostenendo di non essere politicamente corretta. Diciamo che la sua posizione non è nel perimetro delle conoscenze scientifiche».

In preda al panico, il Presidente non si è accorto di aver indirettamente affermato che il pensiero della Medicina oggi è «politicamente corretto». Delle due l’una. O il dottor Giustetto non conosce il significato del termine “politically correct”, o non si è reso conto di quello che ha detto. In ogni caso, si è prontamente prodigato a mandare un segnale tranquillizzante ai gerarchi della dittatura:

«Apriremo il procedimento disciplinare, convocandola e chiedendole spiegazioni. Il mondo è pieno di medici che dicono cose strane».

Il Potere stia tranquillo, verranno presi seri provvedimenti. Deve stare tranquillo, però, anche il dott. Giustetto e tutto l’Ordine dei Medici di Torino, perché la dottoressa verrà difesa dai legali dell’Associazione Giuristi per la Vita in tutte le sedi competenti. Fino alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, se fosse necessario. Certo è davvero singolare che un Ordine Professionale che dovrebbe tutelare i propri iscritti, giunga, per bocca del suo Presidente, a rilasciare affermazioni in qualche modo lesive della dignità e del decoro di un iscritto, prima ancora di averlo sentito e di aver approfondito i fatti. Sarebbe stato molto più opportuno, e deontologicamente corretto, non rilasciare alcuna dichiarazione prima di aver espletato le suddette incombenze. Un dignitoso no comment fino a verifica dei fatti, sarebbe stato certamente più consono al prestigio dell’Ordine. Ma evidentemente le pressioni esterne e il desiderio di compiacere la dittatura del Pensiero Unico hanno indotto il Presidente Giustetto ad un passo incauto.

Ancora una volta, in realtà, siamo di fronte al pericoloso tentativo mistificatorio di sbattere il mostro in prima pagina, manipolando fatti e parole secondo la consolidata tecnica della disinformatija sovietica, in un pesante clima da “caccia all’omofobo”, che ricorda sempre più l’aria angosciante e sinistra che si respirava nell’America degli anni cupi del maccartismo. Aveva ragione Melanie Phillips, l’intelligente e prestigiosa giornalista britannica quando in un suo celebre articolo pubblicato sul quotidiano “Daily Mail“ il 24 gennaio 2011, ha denunciato l’intolleranza dell’ideologia gay e il fatto che gli stessi omosessuali «risk becoming the new McCarthyites». Il rischio di trovarci di fronte ad una nuova forma di maccartismo da parte delle lobby omosessualiste rappresenta davvero un pericolo concreto e reale. In questo ha perfettamente ragione la dottoressa De Mari. Oggi il clima di caccia alle streghe contro gli “omofobi” si percepisce sempre più nettamente, e sempre più inquietantemente.

Come tutti i frutti velenosi delle degenerazioni ideologiche, anche questa isteria collettiva che tende ad identificare gli omofobi come gli untori manzoniani del XXI secolo, finisce inevitabilmente per tradursi in deprecabili atteggiamenti di intolleranza. E’ così che è sempre accaduto nella Storia ogni volta che i discriminati si sono trasformati in discriminatori.

La vicenda della dottoressa Silvana De Mari richiama alla mente le parole del presidente americano Roosevelt contenute nel suo celebre messaggio al Congresso del 6 gennaio 1941, noto come il discorso delle “quattro libertà”:

«Nel futuro che noi cerchiamo di rendere sicuro, desideriamo ardentemente un mondo fondato su quattro libertà fondamentali dell’uomo. La prima è la libertà di parola e di espressione, ovunque nel mondo. La seconda è la libertà religiosa per qualunque credo, ovunque nel mondo. La terza è la libertà dal bisogno, ovunque nel mondo. La quarta è la libertà dalla paura, ovunque nel mondo».

In quel lontano 1941 Roosevelt, pronunciando quelle parole, pensava alla tragica situazione delle dittature europee, alla Germania nazista, all’Italia fascista ed all’Unione Sovietica comunista.

Non avrebbe mai immaginato che, un giorno, le sue parole sarebbero potute servire anche per l’Italia “democratica” del 2017

Gianfranco Amato