Fedeli: ministrone indigeribile

Fedeli: ministrone indigeribile

 

Habemus cardinales! In tempi davvero record il Conte Gentiloni è riuscito ad annunciare, magno gaudio, l’elenco dei ministri del suo governo. Qualcuno parla di fotocopia sbiadita del precedente esecutivo. I titolisti delle principali testate sono stati impietosi col povero premier neonominato.

«Ministrini riscaldati», per “Libero”, «Il governo nasce morto» per “Il Giornale“, «Renzistere! Renzisere! Renzistere!» per “Il Tempo”, «Genticloni» e «19.419.507 italiani presi a schiaffi dall’Accozzaglia» per “Il Fatto Quotidiano”, «Ne abbiamo i Gentiloni pieni!» per “La Verità”, «Gentiloni gemello diverso» per “Avvenire”, e via infierendo. Un esordio non proprio edificante, ma in linea con il plumbeo profilo del Conte. In realtà la nuova compagine di governo non è proprio così insignificante. Almeno per uno dei suoi nuovi componenti. Per la serie non c’è mai limite al peggio, tra le new entry troviamo Valeria Fedeli, vicepresidente del Senato, ça va sans dire esponente del PD. Beh, Valeria più che una ministrina riscaldata ci sembra un ministrone indigeribile. E’ un personaggio davvero sui generis: una che non crede alla “teoria gender” ma pretende di imporla a scuola attraverso un disegno di legge che porta il suo nome. Affidare il dicastero dell’Istruzione alla Fedeli è, per i nostri bambini, come mettere la volpe a guardia del pollaio.

Tra l’altro Valeria è una mia vecchia conoscenza. Quando nell’ottobre del 2015 feci una mia conferenza a Potenza Picena, i miei detrattori pensarono bene di contrattaccare organizzando qualche giorno dopo – per l’esattezza il 23 ottobre 2015 – un convegno con nientepopodimeno che la stessa vicepresidente del Senato, oggi Ministro dell’Istruzione. A quell’incontro, intitolato “Che genere d’educazione?”, oltre alla Fedeli quale ospite d’onore, erano presenti al tavolo dei relatori anche il senatore Mario Morgoni, Francesco Comi, Segretario regionale del PD Marche, l’avvocato Alessandra Perticarà, ed Enrico Garofolo, Segretario del PD di Potenza Picena nelle vesti di moderatore.

La senatrice Fedeli in quell’occasione non fu molto carina nei miei confronti. Mi rappresentò come una sorta di Ron Hubbard, il fondatore di Scientology, un manipolatore delle menti, un ciarlatano che parla di cose che non esistono come la famigerata “teoria gender” e il suo indottrinamento nelle scuole. Significativo il titolo usato daI quotidiano locale “Cronache Maceratesi” per l’articolo dedicato all’evento: Gender, la senatrice Fedeli: «Amato blocca i cervelli». La stessa senatrice ha poi ribadito nel suo intervento che la mia posizione «è minoritaria perché non rappresenta la maggioranza dei cattolici, e molte manifestazioni “No Gender” non sono supportate dalle principali associazioni cattoliche». Io non so a quale Chiesa cattolica la Fedeli si riferisse. Perché la Chiesa cattolica, apostolica, romana, in persona del suo massimo rappresentante, Papa Francesco, sulla teoria gender si è espressa eccome.

Papa Francesco, infatti, non ha perso occasione per denunciare l’insidiosa e devastante pericolosità della cosiddetta teoria gender. L’ha definita addirittura una «bomba atomica» nel suo libro “Questa economia uccide”, e «uno sbaglio della mente umana che crea tanta confusione» parlando ai giovani di Napoli il 21 marzo 2015, nonché «una colonizzazione ideologica che avvelena l’anima e la famiglia» nel suo discorso di apertura del convegno ecclesiale della diocesi di Roma, tenuto in piazza San Pietro il 14 giugno 2015. Parlando ai vescovi polacchi lo scorso 27 luglio, nell’ambito della Giornata Mondiale della Gioventù, poi, Francesco ha usato parole inequivocabili: «In Europa, in America, in America Latina, in Africa, in alcuni Paesi dell’Asia, ci sono vere colonizzazioni ideologiche. E una di queste – lo dico chiaramente con “nome e cognome” – è il gender! Oggi ai bambini – ai bambini! – a scuola si insegna questo: che il sesso ognuno lo può scegliere. E perché insegnano questo? Perché i libri sono quelli delle persone e delle istituzioni che ti danno i soldi. Sono le colonizzazioni ideologiche, sostenute anche da Paesi molto influenti. E questo è terribile!». L’ultima occasione in cui il Papa ha denunciato la pericolosità della ideologia gender è stato durante il suo recente viaggio in Georgia dove, dopo aver parlato di «gender come guerra mondiale contro la famiglia», ha spiegato ai giornalisti che il suo attacco riguarda proprio quella «cattiveria data dall’indottrinamento del gender nelle scuole». Piccolo particolare, la condanna di questa pericolosa e devastante ideologia, oggi è inserita anche in un documento del Magistero della Chiesa Cattolica. Si tratta del punto 56 dell’Esortazione Apostolica “Amoris Laetitia” (n.56): «Un’altra sfida emerge da varie forme di un’ideologia, genericamente chiamata gender, che nega la differenza e la reciprocità naturale di uomo e donna. Essa prospetta una società senza differenze di sesso, e svuota la base antropologica della famiglia. Questa ideologia induce progetti educativi e orientamenti legislativi che promuovono un’identità personale e un’intimità affettiva radicalmente svincolate dalla diversità biologica fra maschio e femmina. L’identità umana viene consegnata ad un’opzione individualistica, anche mutevole nel tempo. E’ inquietante che alcune ideologie di questo tipo, che pretendono di rispondere a certe aspirazioni a volte comprensibili, cerchino di imporsi come un pensiero unico che determini anche l’educazione dei bambini».

Chissà se quando la neo ministra Fedeli incontrerà il Papa avrà il coraggio di dirgli in faccia che anche lui è un «ciarlatano che parla di cose inesistenti».

Quello che Valeria non mi ha davvero perdonato, poi, è il fatto di aver accostato l’indottrinamento della teoria gender al nazismo. La neo ministra, però, è stata informata male, perché il copyright non è mio. E io lo chiarisco sempre nelle mie conferenze, giacché non è mio costume appropriarmi delle osservazioni intelligenti altrui. L’accostamento l’ha fatto il Papa. Nel suo viaggio di ritorno dalle Filippine, il 19 gennaio 2015, infatti, Francesco, rispondendo ad una domanda di Jan-Christoph Kitzler, giornalista della radio tedesca Ard, è tornato ancora una volta a parlare della teoria gender definendola «una colonizzazione ideologica» identica a quella praticata attraverso l’indottrinamento della «Gioventù Hitleriana» durante gli anni bui del regime nazionalsocialista del Terzo Reich. Vorrei essere una mosca quando il Papa e la Fedeli si incontreranno.

Semmai dovesse avvenire.

 

Gianfranco Amato