Onore al piccolo Alfie

L’Imperatore ha soppresso il piccolo Alfie Evans. Ma non è servito a nulla. Quel bambino ha gridato al mondo – proprio come nella celebre fiaba di Andersen – che l’Imperatore è nudo. E ora tutto il mondo se ne è accorto. Le finte ricche vesti della menzogna non possono più coprire le vergogne del Potere. Settant’anni fa nella Germania nazista la stessa sorte è toccata ad un altro bimbo di ventiquattro mesi: il caso del “piccolo Knauer”. Allora fu la Universitäts-Kinderklinik Leipzig (Clinica universitaria pediatrica di Lipsia) ad “addormentare per sempre” quell’infante disabile, su ordine del Fuhrer. Oggi è stato l’Alder Hey Children’s Hospital di Liverpool ad “addormentare per sempre” il piccolo Alfie, su ordine di un giudice. Settant’anni fa la motivazione fu quella della “Gnaden Tod”, la morte per pietà, quasi un atto di amorevole compassione nei confronti del “piccolo Knauer”. Oggi la motivazione è quella dell’interesse dello stesso “piccolo Alfie”. Anzi del suo “best interest”. La situazione in settant’anni non è cambiata, se non in peggio. E la storia, purtroppo, non sembra insegnare nulla.

Quelle due piccole vite sono state accomunate da un unico destino: essere entrambe definite “Lebensunwertes Leben” o “Life unworthy of life”, cioè vite non degne di essere vissute.

Quando il Potere torna ad arrogarsi il diritto di decidere il livello di “dignità” dei cittadini, la libertà è in pericolo. Oggi il piccolo Alfie Evans ha tolto la maschera della finta pietà con cui il Potere tenta sempre di mascherare il proprio volto illiberale e totalitario. Oggi quel volto appare in tutta la sua evidente mostruosità.

Una società che uccide i suoi figli e i suoi anziani più fragili è una società che ha deciso di suicidarsi. E uno stato che consente giuridicamente tutto questo è uno stato “non degno di esistere”.

Tutto ciò accade quando dal diritto si ha la pretesa di togliere la “recta ratio naturae congruens”, quell’uso della ragione conforme alla natura che nessun regime totalitario più strumentalmente piegare ai propri fini. Eliminare le radici giudaico-cristiane della civiltà occidentale significa imbarbarire la società e far prevalere la legge del più forte sul più debole, nell’unica logica che l’uomo senza Dio può concepire: quella dello scarto. Solo il cristianesimo può riempire di senso parole come pietà, compassione, misericordia e amore. Privati di quella luce, quei termini appaiono semplici suoni insignificanti. Anzi, peggio: il vergognoso velo ipocrita con cui giustificare l’arbitrario esercizio di un potere assoluto sulla vita e la morte delle persone.

 

Il Presidente dei Giuristi per la Vita

Avv. Gianfranco Amato