Siamo ancora padroni a casa nostra?

Siamo ancora padroni a casa nostra?

 

Leggo su “Il Sole 24 Ore” un inquietante articolo di Carlo Festa intitolato Il Qatar rifinanzia Porta Nuova. Si tratta della notizia relativa al rifinanziamento, da parte della Qatar Investment Authority, del debito su Milano Porta Nuova Garibaldi e Varesine, l’area del capoluogo lombardo dove sono sorti numerosi nuovi grattacieli e dove il fondo di Doha ha investito lo scorso anno svariati miliardi di euro (secondo alcune indiscrezioni circa 2 miliardi) per diventarne proprietario.

Spiega Festa nell’articolo che «tra gli immobili più noti di proprietà del Qatar ci sono le torri dove ha sede Unicredit e anche il quartier generale dell’ex-controllata nel risparmio gestito Pioneer, che da qualche settimana è stata ceduta alla francese Amundi», e che «tra i grattacieli di proprietà del Qatar nell’area c’è anche la nuova sede del gruppo bancario transalpino Bnp Paribas».

L’articolo prosegue precisando che «con questa operazione la Qatar Investment Authority, che in Italia ha investito anche sulla Costa Smeralda comprata dagli americani di Colony Capital per 650 milioni di euro e sul milanese hotel extra-lusso Gallia, riorganizza sul lato finanziario uno dei suoi maggiori investimenti in Italia», mentre «i grattacieli di Milano sono passati in mano degli emiri nel 2015», quando «il fondo sovrano del Qatar un anno fa è diventato il proprietario unico di Porta Nuova». Carlo Festa aggiunge che il fondo emiratino, «che già controllava il 40%, è infatti salito al 100% dei veicoli che possiedono Milano Porta Nuova e Varesine: con una delle maggiori transazioni immobiliari degli ultimi tempi in Italia». Infatti, «l’area oggetto dell’investimento del fondo di Doha comprende tutta la zona attorno a Porta Garibaldi a Milano, e nel suo complesso i 25 edifici hanno un valore di mercato di oltre 2 miliardi».

L’articolo conclude citando alcune indiscrezioni secondo cui «proprio la Qatar Investment Authority potrebbe virare su un’altra operazione italiana e seguire con maggior interesse il dossier della ricapitalizzazione di Unicredit, iniezione da 13 miliardi che verrà lanciata il prossimo anno».

A questo punto, con una certa inquietudine, sorge spontanea e legittima una domanda: «Siamo ancora padroni a casa nostra?». E’ la politica che dovrebbe darci una risposta a riguardo. Ma il parlamento in Italia è troppo impegnato a discutere di «confetti arcobaleno», di «matrimoni multipli». Ama baloccarsi in cotali facezie, senza rendersi conto – o facendo finta di non rendersi conto – di cosa stia, in realtà, accadendo fuori dal Palazzo.

I nostri cari politicanti ricordano troppo i dotti teologi bizantini che, mentre continuavano in infinite disquisizioni su quale fosse il sesso degli angeli, non si accorsero che fuori dalle mura di Costantinopoli si erano bellamente piazzate le truppe turche di Maometto II, in assetto d’assedio.

Era il 1453. Costantinopoli fu espugnata dai musulmani, e così fini l’Impero romano d’Oriente.

Ah, se i nostri politici studiassero la storia!

 

 

Gianfranco Amato

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