Non c’è pace senza Famiglia!

Non c’è pace senza Famiglia!

Oggi è il primo gennaio 2017.

Non è soltanto il giorno che dà inizio all’anno nuovo. Per la Chiesa cattolica è anche la Festa solenne dedicata a Maria Santissima Madre di Dio e la Giornata Mondiale della Pace. Quest’ultima ricorrenza è stata introdotta cinquant’anni fa da Paolo VI con un messaggio datato 8 dicembre 1967, proprio per invitare alla riflessione ed alla preghiera per la pace.

Riflettere su questa circostanza proprio qui a Medjugorje, dove ci troviamo in pellegrinaggio, nella terra della Regina Pacis assume un significato particolare.

La pace di cui Maria è Regina, non è la pace del mondo. Non è semplice assenza di guerra, assenza di conflitti diplomatici, assenza di scontri sociali, assenza di contrasti economici, et similia. Non è pacifismo velleitario. Non è irenismo utopico. Non è la pace della bandiera arcobaleno, per intenderci.

La pace di cui Maria è Regina è l’unica, sola, autentica pace, ossia quella fondata sulla Verità. La stessa pace che suo Figlio Gesù Cristo è venuto a portare nel mondo, e che – come Lui stesso ha specificato – «non corrisponde alla pace che intende il mondo» (Gv 14, 23-27).

Non si può costruire una società pacifica se non fondandola sulla verità, sulla libertà, sull’amore e sulla giustizia. Non basta lo slogan radicale «non c’è pace senza giustizia», perché è altrettanto vero che non può esserci pace senza verità, senza libertà e senza amore. Non ci può essere pace se si nega ciò che costituisce la vera natura dell’uomo, la sua intrinseca capacità di distinguere «bonum et malum», il bene dal male. Non ci può essere pace se si nega l’esistenza di Dio, ossia se si priva l’essere umano della Verità che il Creatore ha iscritto nel suo cuore. Senza la Verità, senza un criterio assoluto e oggettivo che consenta di riconoscere ciò che è bene e ciò che è male, senza l’umiltà di percepirsi creatura, senza l’amore di Cristo, concetti come giustizia e libertà perdono qualunque significato.

C’è un ulteriore elemento che vorrei evidenziare in questo 1° gennaio 2017, a proposito della pace. Lo ricavo dal messaggio di Papa Benedetto XVI per la celebrazione della 46ª Giornata Mondiale della Pace, il 1° gennaio 2013. L’ultimo suo profetico messaggio di inizio anno.

Profetico come fu tutto il suo pontificato. Ricordò in quel messaggio il Santo Padre che «la famiglia è uno dei soggetti sociali indispensabili nella realizzazione di una cultura della pace», e che «bisogna tutelare il diritto dei genitori e il loro ruolo primario nell’educazione dei figli, in primo

luogo nell’ambito morale e religioso», perché proprio «nella famiglia nascono e crescono gli operatori di pace, i futuri promotori di una cultura della vita e dell’amore». Continuava Papa Ratzinger nel messaggio che «nessuno può ignorare o sottovalutare il ruolo decisivo della famiglia, cellula base della società dal punto di vista demografico, etico, pedagogico, economico e politico», che «ha una naturale vocazione a promuovere la vita», perché accompagna le persone nella loro crescita e le sollecita al mutuo potenziamento mediante la cura vicendevole».

Non c’è pace senza famiglia ha voluto dirci l’indimenticato e magistrale Benedetto XVI. Del resto, non è un caso se nelle litanie Lauretane il titolo di Regina Pacis è preceduto da quello di Regina Familiae, ossia Regina della Famiglia. Lo volle introdurre San Giovanni Paolo II nel 1995.

Altro grande Profeta della Chiesa cattolica.

Gianfranco Amato