Il conte liquidatore

Il conte liquidatore

Il Conte Paolo Gentiloni Silverj di Filottrano è il quarto Capo del Governo nominato dall’alto e non eletto dal popolo. Un filotto che comincia ad inquietare per chi abbia minimamente a cuore la democrazia. E’ vero che tutto si è formalmente svolto dans le règles e nel pieno rispetto della Costituzione. E’ vero, l’articolo 92 prevede che sia il Presidente della Repubblica a nominare il Presidente del Consiglio dei Ministri e, su proposta di questo, i ministri. Però c’è qualcosa di patologico in questa sequela ininterrotta di premier nominati senza essere eletti da nessuno, e tutti, guarda caso, naufragati miseramente anzitempo. Qualcuno, poi, dovrebbe anche ricordare che esiste pure l’articolo 1 della Costituzione, il quale afferma che la sovranità appartiene al popolo e viene da questo esercitata attraverso libere elezioni. Un articolo che da qualche anno pare essere finito nel dimenticatoio.

Ora, comunque, nella girandola dei premier nominati è il turno di Gentiloni, uno che, dopo aver giocato, da “figlio di papà”, al rivoluzionario assieme a Mario Capanna, durante gli anni spensierati dell’università, si è poi accomodato tranquillamente nei salotti buoni della politica paludata e serva della dittatura in salsa europea. Celebre il suo cinguettio su Twitter in cui arrivò ad affermare: «Esatto, dobbiamo cedere sovranità a un’Europa unita e democratica».

Grigio, inespressivo, anodino, Gentiloni sembra avere proprio il physique du rôle del burocrate di Bruxelles. Niente a che vedere col piglio guascone del suo predecessore, il guappo Matteo.

Da una quindicina d’anni, nella piena penombra, la carriera politica di Gentiloni ha sempre registrato una lenta progressione a dispetto dalla sua assoluta insignificanza politica. Fino a farlo diventare Capo del Governo. Un’ipotesi che solo qualche hanno fa avrebbe fatto semplicemente sorridere. Eppure, un’invisibile manina ha sempre spinto in avanti il Conte, nonostante egli, con le sue indubbie incapacità, abbia fatto di tutto per ostacolare l’avanzata dell’inarrestabile carriera politica. Basti pensare alle ultime omeriche gaffe diplomatiche che si è fatto scappare quando guidava la Farnesina, sulle quali è meglio stendere un velo pietoso. Ora ce lo troviamo Presidente del Consiglio dei Ministri, e in questo ruolo non può che apparire decisamente gradito dalle parti delle brumose Fiandre.

Il Conte Paolo Gentiloni Silverj di Filottrano, con la sua plumbea aurea da funzionario europeo, potrebbe essere l’uomo ideale per liquidare definitivamente quel poco di sovranità che è rimasta al nostro Paese. Ha proprio l’aria, lo stile, il contegno, lo sguardo del curatore fallimentare. Quello che spegne la luce, chiude a chiave e porta i libri in tribunale. Dio ci scampi da una simile jattura!

 

Gianfranco Amato