GOVERNANTI CORAGGIOSI

Il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro ha invocato la protezione della Beata Vergine recandosi presso la celebre Basilica della Madonna della Salute.

Confesso che mi ha fatto una certa impressione vedere un uomo delle istituzioni, con tanto di fascia tricolore, a capo chino davanti al maestoso altare maggiore e sotto lo splendido gruppo marmoreo di Le Court. L’impressione è aumentata quando ho letto le parole che il primo cittadino di Venezia ha pronunciato: «Madonna della Salute, Vergine potente, Madre amorevolissima, come i tuoi figli, ritorniamo a Te, a Te ci rivolgiamo per affidarci alla Tua materna protezione. Facciamo memoria dei tanti benefici che mai hai fatto mancare a chi con fede, amore e cuore contrito, ti ha invocata come sua Mamma. Soccorrici ancora una volta, manifesta la tua onnipotenza semplice, invocando Gesù Tuo figlio e il nostro santissimo redentore: salute, salvezza e pace per tutto il suo popolo. Vergine della Salute, consacriamo al tuo Cuore Immacolato la città di Venezia e le nostre terre venete. Amen».

Il luogo sacro scelto da Brugnaro non è casuale. La costruzione della Basilica della Madonna della Salute rappresenta un ex voto alla Beata Vergine da parte dei veneziani per la liberazione dalla peste che tra il 1630 e il 1631 decimò la popolazione, portandosi via quasi 50.000 veneziani. Da più di tre secoli, ogni anno, il 21 novembre, si rinnova il pellegrinaggio cittadino alla Basilica guidato dal Patriarca e dalle autorità civili della città.

Ma Brugnaro non è l’unico rappresentante delle istituzioni civili che in questo drammatico momento ha rivolto lo sguardo al cielo per implorare l’aiuto dei santi. Anche Christian Solinas, Presidente della Regione Sardegna ha invocato l’intercessione soprannaturale, e in particolare quella di Sant’Efisio, il martire guerriero che nel 1656 salvò Cagliari dalla cosiddetta “peste barocca”.

Nel sito istituzionale della Regione Sardegna si può leggere il seguente comunicato ufficiale: «In questo momento così difficile per il mondo intero e per la nostra Sardegna, abbiamo messo in campo tutte le nostre forze per combattere il dilagare della pandemia. Tutti i nostri uomini, i nostri mezzi, le nostre energie sono impegnate senza sosta. Facciamo tutto ciò che è umanamente possibile. Ma come cristiano, pur nella fragilità e nelle imperfezioni della condizione umana, sento di dover testimoniare uno strumento in più: la mia fede e la mia umile preghiera. Per questo, accolgo con tutto il cuore l’invito rivolto dall’Arcivescovo Giuseppe Baturi e fin da oggi, ma in modo particolare lunedì, invocherò anche io – insieme all’intercessione di Sant’Antioco e della Madonna di Bonaria, patroni massimi della Sardegna – l’aiuto straordinario del nostro amato Martire Efisio, affinché ancora una volta conceda il suo intervento risolutivo come ha fatto in passato. Il Primo Maggio possa essere occasione nuova per tutti noi di ringraziare colui che, nei momenti difficili, invocato non ha mai trascurato le preghiere e la grande fede del Popolo Sardo».

Anche il Sindaco di Cagliari, Paolo Truzzu, non è stato da meno. Il sito istituzionale del Comune pubblica questo messaggio di Truzzu: «Stamattina ho accolto l’invito di Monsignor Baturi ad invocare l’aiuto straordinario del nostro caro e amatissimo martire Sant’Efisio affinché interceda presso il Padre nostro per proteggerci. (…) Io sento, in un momento così difficile, che chi ha la forza della fede debba fare appello ai valori più profondi della nostra comunità».

Anche Truzzu non è l’unico sindaco a rivolgersi ai santi. Stessa cosa ha fatto il suo collega di Ascoli Piceno, Marco Fioravanti, dichiarando: «Dopo averci difeso e protetto dal drammatico sisma, invochiamo ancora una volta Sant’Emidio come protettore dalle pestilenze, affinché possa vegliare su di noi e liberarci da questa epidemia». Fioravanti ha voluto anche andare oltre le parole, proponendo un gesto di forte impatto simbolico al grande vescovo di quella diocesi mons. Giovanni D’Ercole. L’idea del sindaco è stata quella di recarsi entrambi davanti alla cripta di Sant’Emidio, per consegnare simbolicamente al Patrono di Ascoli le chiavi della città. 

Mons. D’Ercole, Pastore coraggioso che non si è certo barricato in curia per paura del coronavirus, ha subito accettato volentieri la proposta, aggiungendo che avrebbe fatto pure accompagnare la cerimonia pubblica con il rintocco delle campane della cattedrale. Grazie a Dio, ci sono anche vescovi come lui.

D’Ercole ha le idee chiare su quali possano essere i rimedi oltre la scienza e la ragione: «Fede, religione e preghiera rappresentano concrete occasioni di aiuto e sostegno per tutti i cittadini, soprattutto in un momento di profonda incertezza, paura e preoccupazione come quello attuale, e per questo al nostro patrono affideremo le chiavi della città, affinché anche stavolta possa vegliare su noi tutti».

La cosa interessante è che di fronte a tutti questi edificanti esempi di fede da parte di rappresentanti delle istituzioni civili non si sia levata nessuna protesta da parte dei benpensanti della laïcité. Nessuno si è stracciato le vesti di fronte ad una simile commistione fra sacro e profano. Nessuna parola è stata pronunciata sul tono religioso delle dichiarazioni rilasciate da uomini delle istituzioni. Non si è sentito alcun esponente dell’U.A.A.R., Unione Atei e Agnostici Razionalisti, di solito molto attenti da questo punto di vista. Non si è sentito alcun rappresentante del Partito Radicale, neppure l’ateo mangiapreti Piergiorgio Oddifreddi, che normalmente non si fa mai perdere un’occasione per invocare la laicità dello Stato e delle sue istituzioni. Tutti muti.

In effetti, chi non ha fede non può far altro che restare ammutolito difronte al mistero di un’entità invisibile, infinitamente piccola, microscopica, che è riuscita a bloccare letteralmente il mondo intero.

Basta un semplice, impercettibile virus, cento volte più piccolo di un globulo rosso, per dimostrare che l’uomo non è il dominatore dell’universo. Non è signore di nulla, neppure della propria vita.

La ragione dell’uomo, in realtà, non può spiegare e comprendere tutto se non è irradiata dalla luce illuminante della fede.

 

Gianfranco Amato