Famiglia: prepariamoci al peggio!

L’alba della persecuzione

29 marzo 2017.

Viene annunciata un’iniziativa pubblica attraverso un volantino di questo tenore: «Presentazione del movimento politico Il Popolo della Famiglia – Assemblea pubblica – per difendere i valori della famiglia e della vita, per far sentire la nostra voce, per cominciare un cammino insieme. Ti aspettiamo: Pdf Asti incontra Gianfranco Amato, 29 marzo 2017, ore 21.00, presso Centro culturale San Secondo in Via Carducci n.23, Asti».

L’iniziativa si inserisce nell’ottica della valutazione di una possibile presentazione del Popolo della Famiglia alle elezioni amministrative che si terranno il prossimo 11 giugno nella cittadina piemontese. Nulla di particolarmente eclatante, visto che lo stesso partito politico ha già annunciato la presentazione di una propria lista nei comuni di Alessandria e Borgomanero.

Quello che, invece, appare eclatante, è la reazione di alcune associazioni astigiane, tra cui “Nuovi Diritti Asti”, Coordinamento Donne Cgil Asti e Associazione “Love Is Love”, che hanno rilasciato un comunicato stampa, in merito all’iniziativa del 29 marzo, nel quale si legge, tra l’altro, quanto segue: «“Popolo della famiglia” o popolo dell’odio? Il 29 marzo ad Asti presso il Circolo Culturale San Secondo si terrà un’iniziativa pubblica del cosiddetto POPOLO DELLA FAMIGLIA il movimento politico capeggiato da Mario Adinolfi e Gianfranco Amato. Le posizioni cattoliche estremiste assunte da questo movimento nel suo primo anno di vita hanno generato polemiche assai controverse.

La nostra Costituzione tutela e garantisce la libertà di espressione e di opinione. Tale libertà non deve essere però confusa o sovrapposta con l’incitazione all’odio ed alla violenza. Ci meraviglia che il Circolo Culturale San Secondo, riconosciuto in città come punto di riferimento per l’incontro dialogante tra cristianesimo e laicità dello Stato, dia spazio ad un partito politico il cui leader, Mario Adinolfi, sia oggettivamente riconosciuto nel panorama italiano come un estremista cattolico». In pratica le succitate associazioni vorrebbero “democraticamente” impedire ad un partito ormai radicato in tutta Italia e che già si è presentato alle scorse elezioni amministrative, di illustrare pubblicamente la propria proposta politica in favore della vita e della famiglia. Ma forse è proprio quest’ultimo tema il problema dei contestatori. Oggi sostenere che la famiglia è la società naturale fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna, come sostiene, peraltro, l’art.29 della Costituzione, è diventata «istigazione all’odio e alla violenza».

Ci siamo, amici, la persecuzione è alle porte.

La settimana scorsa leggevo che il giudice della Corte Suprema statunitense, Samuel Alito, ha testualmente dichiarato che «a wind is picking up that is hostile to those with traditional moral beliefs», soffia un vento ostile nei confronti di tutti quelli che ancora credono nei valori morali tradizionali. Nel 2015, lo stesso Alito aveva profetizzato che il riconoscimento del matrimonio tra persone dello stesso sesso, avrebbe inevitabilmente creato le condizioni perché gli oppositori di tale “matrimonio” venissero considerati «bigotti» dalle autorità pubbliche, dalle istituzioni scolastiche e datori di lavoro («people who do not support same-sex marriage being treated as “bigots” by governments, schools and employers»), e come tali perseguitati.

Non meno profetico di lui è stato il cardinal Angelo Comastri, Arciprete della Basilica di San Pietro in Vaticano, il quale durante un’omelia tenuta il 5 luglio 2015 in occasione della 38a Convocazione Nazionale del Rinnovamento nello Spirito Santo, riferì di una confidenza ricevuta dal Cardinal Francis George di Chicago. Il porporato americano disse, infatti a Comastri: «Io penso di morire nel mio letto, il mio successore ho paura che morirà in prigione, ma il suo successore sarà fucilato in piazza». E lo stesso Comastri, stupito per quelle parole, chiese a George: «Eminenza, perché dice questo?». George rispose: «Lo sa perché? Perché difendiamo la famiglia, perché diciamo che la vita deve nascere da un padre e da una madre. Saremo perseguitati per questo!».

Del resto, anche il Cardinal Carlo Caffarra, Arcivescovo emerito di Bologna, in un’intervista rilasciata il 25 maggio 2016 alla “Nuova Bussola Quotidiana” ha raccontato che nel 1981, quando stava fondando, per volontà di San Giovanni Paolo II, l’Istituto per gli studi sul matrimonio e la famiglia, scrisse a suor Lucia, la veggente di Fatima, chiedendo preghiere per l’opera, e aggiungendo che non si sarebbe aspettato una risposta. Una risposta, però, arrivò comunque. Suor Lucia, infatti, scrisse «che vi sarebbe stato un tempo di uno “scontro finale” tra il Signore e Satana», e che «il terreno di scontro sarebbe stato costituito dal matrimonio e dalla famiglia». La Veggente di Fatima aggiunse anche che «coloro i quali avrebbero lottato per il matrimonio e la famiglia sarebbero stati perseguitati», e che, però, «costoro non avrebbero dovuto temere, perché la Madonna ha già schiacciato la testa al serpente infernale».

Siamo, quindi, già preparati al peggio.

Per questo non ci faremo certamente intimidire da qualche militante scalmanato. Noi, infatti, abbiamo una certezza: Virgo contrivit caput Serpentis!

Ha ragione Suor Lucia, la testa del Serpente è già stata schiacciata.

Gianfranco Amato