Crema: Storie di ordinaria disinformazione

Storie di ordinaria disinformazione.

E’ accaduto a Crema dove il Popolo della Famiglia si presenta con una sua lista elettorale che candida a sindaco l’ottimo Luca Grossi.

Il 6 aprile 2017 “Il Giorno” pubblica un articolo di Piergiorio Ruggeri intitolato “Elezioni a Crema, sondaggio Pd: vince Bonaldi, al ballottaggio”. Sottotitolo: «La candidata di sinistra la costringe al secondo turno».

L’articolo cita un sondaggio ufficiale commissionato dal Partito Democratico all’Istituto Ipsos, dal quale si evince che il sindaco uscente Bonaldi (PD) otterrebbe il 40% dei voti, mentre quello che sarebbe ritenuto il suo sfidante, Chicco Zucchi, viene accreditato al 28% dei voti, seguito dal grillino Carlo Cattaneo, che si attesta al 18%.

Ruggeri nell’articolo riferisce, poi, i dati del sondaggio relativi agli altri candidati “minori”. Si cita, infatti, di Mimma Aiello, «candidata che, partita in sordina, è accreditata di una percentuale sopra la soglia di sbarramento del 7% e proprio lei impedirà alla sindaca di passare al primo turno». Si precisa, infine, testualmente: «Nessun credito per l’ultimo candidato, Luca Grossi, del Partito della famiglia, che pare stenti a passare l’1% e che l’Ipsos non considera neppure».

Peccato che solo due giorni dopo, il quotidiano “L’Inviato” pubblichi un articolo dal seguente titolo: «Sul sondaggio Pd novità incredibili. Nel vero senso della parola». Sottotitolo: «Il sondaggio commissionato dal Pd è stato pubblicato integralmente sul sito del Governo. Dati a dir poco non credibili: Luca Grossi, del Popolo della Famiglia, sarebbe al 9%. La Bonaldi al 39. Altro che “dubbi”: un sondaggio francamente da dimenticare».

L’articolo riferisce quanto segue: «L’avevamo detto che il sondaggio del Pd lasciava spazio a molti dubbi. Ma – demerito nostro – non avevamo cercato abbastanza, e ci è sfuggito che il sondaggio era stato pubblicato nella sua interezza, sul sito del Governo, dove vengono pubblicati tutti i sondaggi elettorali. Ebbene, dalla lettura integrale dei risultati si capisce perché nel loro comunicato quelli del Pd avevano deciso di rendere noti i dati solo di Bonaldi e Zucchi: l’avessero pubblicato integralmente, sarebbe emerso che qualcosa non andava. Ebbene, guardiamo i risultati ufficiali di Ipsos: Bonaldi 39; Zucchi 27; Grossi 9; Aiello 11; Cattaneo 14».

Anche “Crema News”, lo stesso 8 aprile scopre l’inganno e svela la verità con un articolo intitolato “Il sondaggio diffuso dal Pd sulle elezioni di Crema è parziale. Ecco quello totale”. In quell’articolo “Crema News” rivela anche i dati Ipsos sul gradimento dei candidati: la Bonaldi è gradita al 59% e sgradita al 46%; Zucchi pareggia con il 26% di gradimento e non gradimento; Aiello è gradita al 24% e sgradita al 18%, Grossi gradito dal 24% e sgradito al 18, Cattaneo gradito solo al 7% e sgradito al 12. Per quanto riguarda i dati Ipsos sull’indice di notorietà, la situazione è la seguente: Bonaldi è conosciuta al 95%, Zucchi al 52%, Aiello e Grossi al 42% e Cattaneo al 19%.

Il Potere potrà anche manipolare e occultare i dati che indicano il trend di crescita del Popolo della Famiglia, ma non potrà fermare l’onda della controrivoluzione antropologica che questo movimento politico intende generare facendosi interprete e rappresentante di quel popolo che il 30 gennaio 2016, dal Circo Massimo, ha lanciato il guanto di sfida ad una classe politica inetta, cialtrona e ciarlatana. L’onda sta montando, nonostante lo scherno, l’indifferenza e la censura.

Mi piace concludere questo articolo citando la considerazione espressa da Flavio Rozza – esponente di spicco del Popolo della Famiglia cremasco – e pubblicata su “La Provincia” del 9 aprile 2017: «Barra dritta, navigata in solitaria e nessuna virata. Il Popolo della Famiglia di Crema conferma – forte anche di uno sondaggio che accredita il proprio candidato sindaco al 9% –  di non voler entrare in nessuna coalizione. Il Popolo della Famiglia, ancora una volta, marca le distanze dal centrodestra; un centrodestra rappresentato da partiti che negli anni hanno mostrato di non saper rappresentare e difendere le istanze che stanno a cuore al popolo del Family Day. Pertanto, al di là di alcune voci (forse messe in giro ad arte), rassicuriamo sul fatto che è nostra intenzione portare avanti con determinazione il nostro programma politico, i nostri princìpi, le nostre idee, senza scendere ad alcun compromesso con altre forze politiche. Potrà apparire un modo inusuale di far politica, ma non accettiamo scambi. Ci interessano i valori, non le poltrone.  Si chiama coerenza, merce rara in politica».

Ha ragione Flavio. Le dicerie, le maldicenze, le calunnie, la disinformazione, la manipolazione o l’oscuramento di dati non potranno arrestare la navigazione della corazzata del Popolo della Famiglia che avanza spedita nella rotta segnata dalla Provvidenza, ascoltando fiduciosa la voce del Capitano che dalla plancia di comando ordina:

«Avanti tutta!».

Gianfranco Amato