Caffarra: La menzogna di Aborto e Omosessualità

Ogni esternazione pubblica del cardinal Carlo Caffarra merita sempre una rigorosa attenzione ed una profonda riflessione.

Non poteva essere altrimenti anche per la sua ultima Lectio Magistralis tenuta al Rome Life Forum 2017. In quella mirabile lezione l’Arcivescovo emerito di Bologna ha esordito presentando una prospettiva antagonista della storia umana, come «scontro tra due forze», ossia «la forza di attrazione che ha la sua sorgente nel Cuore trafitto del Crocefisso-Risorto», da una parte, e «il potere di Satana che non vuole essere spodestato dal suo regno», dall’altra.

Tutto ruota attorno a questo scontro che può sintetizzarsi come contrapposizione tra la Verità e la Menzogna, e che si svolge nel campo di battaglia costituito dal cuore dell’uomo. Una lotta tra la “Veritas” che rende liberi e il “Mendacium” che fa schiavo l’uomo. Sullo sfondo resta il mistero della libertà dell’essere umano creatura di Dio.

Giacché l’uomo non è costituito di puro spirito ma possiede un’esteriorità che lo rende protagonista e artefice della costruzione della società in cui vive, l’interiorità umana si esprime e prende corpo nella cultura, la quale è una dimensione essenziale della vita umana come tale. Anzi, Caffarra precisa che «la cultura è il modo specificatamente umano di vivere». Per questo la condizione in cui si trova l’uomo, situato tra due forze contrapposte, «non può non dare origine a due culture: la cultura della verità; la cultura della menzogna».

A questo punto il cardinale si chiede se nella nostra attuale cultura occidentale possano esistere fatti che rivelino in modo particolarmente chiaro lo scontro tra l’attrazione esercitata sull’uomo dal Crocefisso-Risorto e la cultura della menzogna, edificata da Satana. La sua risposta è affermativa, e i fatti vengono sostanzialmente ricondotti a due.

Il primo riguarda la legalizzazione dell’aborto, ovvero di quello che il documento conciliare Gaudium et Spes al punto 51 definisce come un «crimen nefandum». Trasformare, infatti, un delitto abominevole in un diritto fondamentale non è questione da poco. Caffarra precisa che non si tratta di considerare l’aborto come singolo atto compiuto da una persona, ma denunciare la gravità della sua legittimazione all’interno di un ordinamento giuridico e il suo formale riconoscimento nella categoria del diritto soggettivo, la quale è categoria etica. Questo, per il porporato, «significa chiamare bene il male e luce le tenebre», per riprendere le parole del profeta Isaia (Is 5, 20). Non usa mezzi termini il cardinale per spiegare, poi, quale sia la ragione profonda che sottende il processo di nobilitazione dell’aborto: «la più profonda negazione della verità dell’uomo». Si tratta, infatti, del «tentativo satanico di dare origine ad una ”anti-creazione”», perché «nobilitando un’uccisione umana, Satana ha posto il fondamento della sua “creazione”: togliere dalla creazione l’immagine di Dio; oscurare in essa la Sua presenza».

Il secondo elemento rivelatore dello scontro in atto tra Verità e Menzogna è costituito, secondo Caffarra, dalla nobilitazione dell’omosessualità. Quest’ultima, infatti, «nega interamente la verità del matrimonio, il pensiero di Dio Creatore sul matrimonio». Sul punto il lucido pensiero del cardinale merita di essere integralmente riportato: «La Divina Rivelazione ci ha detto come Dio pensa il matrimonio: l’unione legittima dell’uomo e della donna, fonte della vita. Il matrimonio ha nella mente di Dio una struttura permanente. Esso si basa sulla dualità del modo umano di essere: la femminilità; la mascolinità. Non due poli opposti, ma l’uno con e per l’altro. E solo così, l’uomo esce dalla sua solitudine originaria. Una delle leggi fondamentali con cui Dio governa l’universo, è che Egli non agisce da solo. Ѐ la legge della cooperazione umana al governo divino. L’unione fra uomo e donna che diventano una sola carne, è la cooperazione umana all’atto creativo di Dio: ogni persona umana è creata da Dio e generata dai suoi genitori. Dio celebra la liturgia del suo atto creativo nel tempio santo dell’amore coniugale».

La conclusione di Caffarra è chiarissima e si può sintetizzare guardando alla creazione come una realtà costituta da due colonne. La prima è relativa all’irriducibile dimensione materiale dell’uomo, e la seconda è relativa all’unione coniugale tra uomo e donna, luogo in cui Dio crea nuove persone umane a Sua immagine e somiglianza. Oggi la demolizione della prima colonna avviene attraverso «l’elevazione assiologica dell’aborto a diritto soggettivo», mentre la distruzione della seconda colonna si concretizza mediante «la nobilitazione del rapporto omosessuale quale si ha nella sua equiparazione al matrimonio». E precisa magistralmente il cardinale che alla radice di tutto questo sta «l’opera di Satana, che vuole costruire una vera e propria anti-creazione». Si tratta «dell’ultima terribile sfida che Satana sta lanciando a Dio, come se stesse dicendoGli: “Io Ti dimostro che sono capace di costruire un’alternativa alla Tua creazione”» in modo che l’uomo possa dire che si sta meglio nella creazione alternativa piuttosto che nella creazione divina. «Ѐ una spaventosa strategia della menzogna, costruita su un profondo disprezzo dell’uomo, perché «l’uomo non è capace di elevarsi allo splendore del Vero; non è capace di vivere dentro il paradosso di un desiderio infinito di felicità; non è in grado di ritrovare se stesso nel dono sincero di se stesso, e dunque – continua il discorso satanico –, diciamo a lui cose banali sull’uomo; convinciamolo che non esiste la Verità, e che quindi la sua ricerca è una passione triste ed inutile; persuadiamolo ad accorciare la misura del suo desiderio sulla misura dell’istante transeunte; mettiamo nel cuore il sospetto che l’amore è solo la maschera del piacere».

Analisi spietata ma tragicamente perfetta.

Ora, poiché il cardinal Carlo Caffarra non è certo una rassegnata Cassandra, qual è l’opzione che egli ci offre in questa lotta tra la Verità e la Menzogna? E’ quella sempre attuale della testimonianza, che si concretizza nell’annuncio aperto e pubblico della divina Rivelazione, ed in particolare del Vangelo della Vita e del Matrimonio, «in un contesto processuale (Gv 16, 8-11)». Sì, il cardinale inquadra l’opera di testimonianza proprio in questa interessante prospettiva di natura giudiziaria. E per spiegarlo usa le seguenti parole: «Questo scontro va assumendo sempre più il profilo di un processo, di un giudizio il cui imputato è Gesù ed il suo Vangelo. Come in ogni giudizio ci sono anche i testimoni a favore: a favore di Gesù e del suo Vangelo. L’annuncio del Vangelo del Matrimonio e della Vita avviene oggi in un contesto di ostilità, di contestazione, di incredulità.

Se così non fosse, i casi sono due: o si tace il Vangelo; o si dice altro».

Grazie, Eminenza.

Gianfranco Amato