Appello ai militanti del Popolo della Famiglia

È ormai ufficiale: Il Popolo della Famiglia parteciperà alle elezioni politiche del prossimo 4 marzo 2018.

Le liste dei candidati sono state formalmente presentate presso gli Uffici centrali circoscrizionali per l’elezione della Camera e gli Uffici elettorali regionali per l’elezione del Senato.

Da questo momento siamo ufficialmente in competizione.

È giunta l’ora per cui il Popolo della Famiglia è nato l’11 marzo di due anni fa.

A nome del movimento, nella mia qualità di Segretario nazionale, ringrazio di cuore tutti coloro che con encomiabile dedizione, con puro spirito di servizio, con entusiasmo e autentica passione hanno collaborato alla realizzazione di quello che non esito a definire un vero e proprio miracolo.

Sì, l’espletamento delle formalità per essere presenti in questa tornata elettorale si è rivelata un’impresa sovrumana degna delle fatiche di Ercole.

Abbiamo deciso di accettare la sfida e confrontarci con quella che la radicale Emma Bonino ha definito «la trappola di una legge discriminatoria da denunciare in ogni Corte, anche a livello europeo».

Non abbiamo usufruito di nessuna scorciatoia e abbiamo voluto rischiare, per dimostrare che dietro il movimento del Popolo della Famiglia esiste un vero popolo di famiglie radicato in tutto il territorio nazionale. Da Bolzano a Noto.

Abbiamo corso il rischio e abbiamo vinto, compiendo un vero e proprio miracolo.

Solo un miracolo, infatti, può giustificare l’esito positivo dell’assurda corsa ad ostacoli disseminata di trappole imposta da questa scellerata legge elettorale.

Ci siamo riusciti senza il supporto di una struttura amministrativa, senza un euro, senza copertura mediatica, senza funzionari, senza neppure una sede operativa.

Si è mosso un popolo guidato da una regia sovrannaturale.

Sfido anche il più scettico e incallito degli atei a darmi una giustificazione razionale rispetto a questo incredibile risultato.

Per molti di noi si è trattato di un’opera esaltante in cui è emersa, in tutta la sua bellezza, l’esperienza di un’amicizia, o meglio di una fratellanza, che ha significato condivisione di un progetto, di un afflato ideale, di un idem sentire. Un’opera in cui nessuno ha risparmiato sacrifici personali e tutti hanno mostrato una meravigliosa reciproca solidarietà.

Valeva la pena partecipare a questa avventura solo per vederne la bellezza in azione.

Arriva sempre un momento speciale nella vita di tutti, un momento per il quale una persona sente di essere nata. Quando quel momento speciale viene colto, uno avverte di essere pronto a realizzare la propria missione, la missione a cui è stato destinato. In quel momento uno sperimenta la sensazione di essere grande. È la sua ora più bella.

In questi giorni molti di noi hanno sentito quel momento speciale, che però non può essere lasciato al palpito emotivo del sentimento. Occorre ora realizzare la missione.

La Provvidenza ci ha fatto giungere fino a questo punto, adesso tocca a noi la grande responsabilità di completare l’opera.

Dovremo battere ogni città, ogni paese, ogni frazione, ogni quartiere, ogni piazza, ogni via, ogni casa per offrire un’opportunità di voto alla metà degli elettori italiani, ossia a quella fetta di cittadini che hanno deciso di non votare o che non sanno per chi votare.

Dovremo convincere ogni amico, ogni parente, ogni collega, ogni conoscente, che il Popolo della Famiglia esiste e che rappresenta oggi l’unica opzione possibile per realizzare una politica capace di diventare cultura della vita, della famiglia e dell’educazione.

Dovremo incontrare chiunque e offrire a tutti la speranza di un futuro davvero migliore per i figli e i nipoti di questa nostra povera Patria.

Dovremo conquistare ogni singolo voto, uno per uno, casa per casa. E dovremo tenere presente che da questo momento scatta il countdown: non possiamo permetterci di perdere un solo giorno, una sola ora, un solo minuto.

Lancio un invito finale parafrasando un verso dei Cori da “La Rocca” del grande Thomas Stearns Eliott: «C’è un lavoro comune, una casa per tutti e un compito per ciascuno. Ognuno al suo lavoro».

Questa casa è il Popolo della Famiglia.

Buon lavoro!

Gianfranco Amato